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Scorcio della Ratzenstadt Vienna |
Era figlio di un impiegato statale e di una casalinga, cresciuto in un ambiente borghese fra amici benestanti. Suo padre, uomo piuttosto pratico, s'era fatto da se, e dalla campagna era riuscito a trovare in città una discreta posizione economica della quale godeva tutta la famiglia. Da uomo pratico aveva scelto per il figlio una scuola tecnica, ma il ragazzo era affatto interessato a quelle materie aride e sterili: le buone letture, il disegno e la pittura erano la sua vera passione.
Una malattia rende incompatibile la frequentazione della scuola al ragazzo, ed egli, sentendosi profondamente graziato dal destino, grazie all'insistenza della madre abbandona la scuola che il padre scelse per lui.
La morte precoce del padre getta la famiglia in una condizione di scarsa disponibilità economica, e di seguito la dipartita della madre segna la definitiva esclusione del ragazzo dalla vita agiata e comoda che conduceva in famiglia: ha solo 16 anni. Ora è solo, orfano, ed il sussidio per gli orfani non gli consente di sfamarsi adeguatamente. Una cosa è chiara al giovane: non sarebbe diventato a nessun costo un impiegato come suo padre!
Armato di rotoli di disegni e sconfinata determinazione si reca a Vienna, la culla dell'arte nordeuropea. La strada da percorrere passa per l'accademia di belle arti, ed il giovane, appena diciottenne, tenta l'esame d'ingresso. Sicuro del suo talento presenta i suoi disegni, per lo più dedicati a paesaggi architettonici che da sempre lo affascinano, e fiducioso attende il verdetto della commissione. Un fulmine a ciel sereno, una doccia fredda riporta il ragazzo alla realtà.
"Prova di disegno insufficiente: non ammesso"
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Palazzo del parlamento e Ringstrasse Vienna |
Ritorna per il giovane lo spettro della scuola tecnica, quegli studi cosi pratici che con tanta risolutezza aveva rifiutato. Non avendo completato gli studi non può nemmeno accedere all'accademia di architettura, ed ora si ritrova a doversi guadagnare il pane con qualche stratagemma. Tutto ciò che sa fare è disegnare, e comincia a realizzare di poter vendere qualcuno dei suoi disegni. Comincia a produrre cartoline che vende con l'aiuto di un vagabondo conosciuto in un dormitorio che frequentavano entrambi. Il suo lavoro non è costante, e a mala pena riesce a sbarcare il lunario. In seguito collabora con gli artigiani, ed in particolare rifornisce i corniciai, che vendono i loro manufatti corredati di un suo dipinto, ed alcuni mobilieri, i quali producono una tipologia particolare di divani corredati di un dipinto sullo schienale. La sua tecnica non è affatto influenzata dalle correnti artistiche del momento, anzi, mantiene uno stile sempre molto classico e sobrio, nei paesaggi come nelle riproduzioni di architetture, e questo contribuisce a rendere i suoi lavori statici e di nessuna rilevanza artistica.
Nei momenti liberi il giovane studia, legge libri e di tanto in tanto, con enormi sacrifici, va all'Opera. La fame è la sua compagna inseparabile, che gli ricorda che ogni conquista presuppone una grossa quota di sofferenza, e che spesso, per quanta forza e tenacia si metta in gioco nell'inseguire un sogno, questo inesorabilmente scivola via tra le dita a causa di fattori che nulla hanno a che vedere con la determinazione di chi lo persegue.
L'arte accompagnerà comunque tutta la vita del giovane che, diventato oramai uomo, seguirà un percorso che lo porterà su ben altri lidi.
Questa è la storia di un aspirante artista, rimasto tale non per mancanza di tenacia o eccessiva insicurezza, ma per una totale mancanza di talento ed estro creativo.
Questa è la storia di Adolf Hitler.
Marta Banditelli
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