Sabato 16 maggio, alle ore 21 al teatro Massimo di Cagliari erano in scena la vergogna e la grandezza del genere umano. Wajdi Mouawad, drammaturgo e attore quarantasettenne libanese naturalizzato canadese, accende per noi i riflettori sull'immagine del conflitto in medio oriente. "Incendi", secondo lavoro tratto dalla tetralogia "il sangue delle promesse", accompagna le nostre coscienze attraverso la vicenda umana di due fratelli gemelli, Jeanne e Simon. I due vivono in una cittadina dell'
Occidente, al riparo dai conflitti e dalla miseria sulla quale affondano le loro radici. Sopraggiunta la morte della loro madre, donna taciturna ed algida, viene aperto il suo testamento. Ai gemelli la defunta affida due lettere, da consegnare l'una al loro padre, che sapevano morto durante la guerra civile,e l'altra ad un fratello,del quale ignoravano l'esistenza. Il rancore per una madre incapace di donare affetto spinge dapprima i due a rifiutare l'incarico. Sarà Jeanne a cominciare per prima il suo percorso a ritroso nel tempo, alla scoperta di sua madre e di se stessa. Scoprira' prima da sola, ed in un secondo momento con il fratello, una verità agghiacciante, orribile, indicibile, di quelle verità che "non possono essere rivelate se non a condizione di essere scoperte".
Davanti allo spettatore si para un'immagine di ordinaria sofferenza. Lo strazio di una giovanissima madre alla quale viene sottratto tutto ciò che la tiene in vita in un mondo di orrore. Le viene strappato l'amore del suo uomo, catturato e portato lontano dalla milizia, e poi il suo bimbo,nato da quell' amore così grande,sbocciato in un luogo dove amare è impensabile.
"Che cos'è questo mondo, dove gli oggetti hanno più futuro di noi?" si chiede
Sauda, una delle donne simbolo di questa storia. Ed è alle donne qui che è affidato il compito di piegare un destino che sembra segnato. Jeanne e sua madre Naual, Nazira e Sauda, rispettivamente nonna e compagna di viaggio di Naual, cambieranno il corso della storia: spezzeranno la catena d'odio che avvelena le loro vite, per trovare quella pace che la loro terra reclama.
L'umanità, parola alla quale generalmente si associa una connotazione positiva, è qui raccontata attraverso la più bassa delle sue manifestazioni.
"Ogni terra è responsabile dei suoi eroi e dei suoi traditori" dice Naual. L' amore per il suo uomo, per quel figlio strappatole dalle braccia, e per la sua povera gente martoriata è tanto grande da consumarla, ma restituirà dignità a se stessa ed al genere umano attraverso il perdono e la giustizia.
Pagina dedicata ai visionari, a quelli sbagliati, alle cause perse. Lo scopo è portare alla luce la bellezza sommersa e nascosta che popola i nostri cassetti
lunedì 18 maggio 2015
"Incendi":una storia di ordinario abominio
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