martedì 23 giugno 2015

L'arte sfida il tempo che passa

Sabato 4 luglio, presso il punto vendita Val.dy cash&carry in via S. Maria Chiara 161(CA) avrà luogo il concorso "il tempo che passa" indetto in collaborazione con Colart-Lefranc & Bourgeois, Tintoretto S.r.l. e P.e.r. Bellearti di Pieraccini. Dieci artisti si sfideranno con colori e pennelli per realizzare un'opera che rappresenti il tema della gara. Alle ore 10.30 si darà inizio ai lavori, ed il tempo massimo consentito per ultimare sarà di sei ore. Alle 19.30 il giudice di gara Alessandro Padroni valuterà le opere e proclamera' i tre vincitori. I premi in palio sono,rispettivamente per il primo,secondo e terzo posto, tre forniture di materiale per le belle arti offerto dagli sponsor. I tre lavori inoltre saranno pubblicati sul sito www.sardegnaremix.com.

Marta Banditelli

venerdì 12 giugno 2015

Ilaria Alpi: nient'altro che la verità

Sono passati undici anni dalla morte di Ilaria Alpi,giornalista italiana assassinata a Mogadiscio insieme al suo assistente Miran Hrovatin. Undici anni di bugie,omissioni,segreti di stato che hanno coperto la verità sull'attentato che li uccise. Rai tre,sul suo sito, propone il documentario "Ilaria Alpi-l'ultimo viaggio", documento che fa piena luce sulla vicenda grazie alle prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi.
Il 20 marzo 1994 la CIA, con l'appoggio del Gladio e dei servizi segreti italiani organizza l'agguato al mezzo che trasporta Ilaria,Miran e il loro autista. La Alpi aveva scoperto un traffico illegale gestito dalla CIA attraverso la flotta della società Schifco, ufficialmente donata dalla cooperazione italiana al governo somalo per la pesca. In realtà questa serviva agli Stati Uniti per trasportare rifiuti tossici radioattivi in Somalia, ed armi da destinare alla Croazia in guerra con la Jugoslavia.
Quello in Somalia è stato il primo di numerosi interventi di "restore hope" che gli stati uniti hanno attuato in collaborazione con la Nato. Sono definite missioni di "ingerenza umanitaria" per le quali si sostiene di dover agire militarmente quando è in pericolo la sopravvivenza di un popolo. Sono le guerre alle quali USA e Nato hanno partecipato in Jugoslavia,Afghanistan,Iraq,Libia,Siria, Yemen e Ucraina.
Il New York Times si è occupato di queste vicende in due inchieste. Nel corso della prima ha evidenziato la presenza di una rete internazionale gestita dalla CIA che rifornisce di armi i ribelli siriani attraverso aerei del Qatar, Giordania e Arabia Saudita. Queste armi provengono anche dalla Croazia la quale sta restituendo adesso il supporto bellico concessole dagli Stati Uniti negli anni 90. Le armi passano inoltre per la Turchia,ed il video che documenta tale passaggio è stato divulgato dal giornale turco "Cumhuriyet",il cui direttore è stato pesantemente minacciato dal presidente Erdogan.
La seconda inchiesta,datata 7 giugno, rivela l'esistenza del "Team 6", l'unità segreta internazionale incaricata delle "uccisioni silenziose". I suoi agenti, camuffati da funzionari d'ambasciata o impiegati di compagnie estere, eseguono la caccia all'uomo nei confronti dei nemici degli Stati Uniti e dei suoi interessi.
In questo quadro si inserisce la tragica scomparsa della giornalista italiana e dei suoi due compagni di viaggio, vittime di un gigantesco sistema che non concede spazio a verità e  giustizia sociale.

Marta Banditelli

venerdì 5 giugno 2015

La "biblioteca degli inediti": la proposta che non piace agli addetti alla cultura

Leggo oggi un post della giornalista Selvaggia Lucarelli su facebook. Oggetto dell'ilarità nel post è la proposta del nostro ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, di realizzare una 'biblioteca degli inediti', allo scopo di raccogliere tutte le produzioni scritte che gli italiani custodiscono nei propri cassetti. Questo censimento non lascerebbe che parte della nostra storia artistica vada persa solo perché non gradita ad alcun editore. Al di là della sorellanza con il mio "progetto Ercole", trovo l'iniziativa lodevole, e non capisco quale sia la pietra dello scandalo in questo contesto.
Incuriosita cerco qualche elemento in più sul web, ed incappo in un articolo di Arianna Galati su 'Yahoo! Italia notizie'. La Galati, schernendo il ministro, si domanda a cosa dovrebbe servire tale biblioteca,ed aggiunge: "un inedito non resta tale solo perché il mondo nell'editoria è brutto e cattivo, ma perché magari non ha veramente il minimo valore aggiunto in quel che sta cercando di raccontarci".
A questo proposito mi chiedo invece io: e se fossimo noi lettori a prendere una decisione su cosa ci piace e cosa no una volta tanto?
È possibile che noi, miseri fruitori ultimi di letteratura,si abbia anche del senso critico e gusto personale,ed è possibile che noi si sia anche in grado di preferire una lettura all'altra senza la supervisione di un 'adulto-editore'. È tipica, per ovvi motivi storico-religiosi, l'idea tutta italiana dell'intermediario tra il testo 'sacro' ed i profani: i tempi sono decisamente maturi per affrancarsi da questa scomoda eredità.
La Galati prosegue con un interrogativo di natura logistica. Rispetto ai manoscritti si chiede dove poter "stipare" questo "quantitativo irragionevole di carta", ed arrivando da sola al concetto di e-book, contesta comunque il fatto che questo archivio andrebbe manutenuto e catalogato.
In un paese nel quale la percentuale di lettori è a dir poco scarsa, un'iniziativa che promuova la letteratura dando la possibilità di esserne protagonisti , a chi potrebbe nuocere esattamente? Di cosa hanno paura coloro che la affossano?
Il sospetto è che questa sia una di quelle "polemiche di categoria", come quelle seguite alla proposta di abolizione degli albi professionali. Quando si fa parte di un'élite, e si raggiunge lo status di 'qualcosa', è sempre difficile riconoscere tale appartenenza anche a chi è arrivato alla meta attraverso un percorso diverso.
Dopo tutto, viviamo in un paese in cui Charles  Bukowski non avrebbe potuto insegnare letteratura moderna all'università: non avrebbe avuto requisiti e titoli.

Marta Banditelli

mercoledì 3 giugno 2015

"Passioni": Virginia Chessa


Effimere ed inferme le passioni,
fervide e ruvide blandizie,
nude vipere accasciate, teatro macabro di roboanti esibizioni,
efferati e viziosi simulacri di un'alba tumefatta da gravide astuzie.
Sontuose e grette le passioni,
tetri spettri, torbide e decomposte inezie,
sudice ed abiette arvicole consunte, commedia fiacca e pietosa, supporto di affanni e abbandoni;
cavi e silenti uncini, crivella di un brullo vespro, indolente spettatore di estinte e trapassate letizie.